Santuario Madonna dei Prati
Santuario della Madonna dei Prati
Cenni storici
Per capire l’origine di questo grazioso Santuario dobbiamo ritornare indietro nel tempo circa cinquecento anni ed immaginarci verosimilmente una edicola sacra inserita nella campagna vicina all’abitato di Moscazzano. Con buona probabilità, aiuta in questa ambientazione pensare l’antica pittura murale raffigurante la Madonna con il Bambino, ancora oggi presente dietro l’altare, custodita da un piccolo manufatto. Da quell’antico nucleo, sulla scia di una crescente devozione, si sono succedute diverse fasi di ampliamento della primitiva costruzione fino ad arrivare a come vediamo noi oggi l’attuale edificio. La Madonna dei Prati viene citata, con riferimento all’anno 1483, in un documento dell’archivio parrocchiale datato 9 maggio 1606. Naturalmente si trattava inizialmente, come detto, di un edificio modestissimo. Basti pensare che questi luoghi erano ancora poco abitati e la Parrocchia dedicata a San Pietro Apostolo beneficiava di un modesto reddito, tanto che a fatica si riusciva a provvedere ad un pur misero stipendio per il Parroco come ci riferisce nel 1583 il Visitatore Apostolico, mons. Regazzoni. Insomma, Moscazzano fino al 1580, anno in cui venne eretta la Diocesi di Crema, era una realtà piccola e periferica rispetto alla Diocesi di Cremona da cui dipendeva. Inoltre a fare “terra bruciata” contribuirono anche i Lanzichenecchi che nel 1528, al ritorno dal sacco di Roma, incendiarono Moscazzano con Montodine, Credera, Rubbiano e Casaletto Ceredano. Però, a partire dal 1580, con la nomina del primo vescovo a Crema, il nobile Gerolamo Diedo, assistiamo gradualmente ad uno sviluppo anche del nostro territorio. Nel 1583 il Visitatore Apostolico mons. Regazzoni visita la chiesa campestre di Santa Maria dei Prati che era stata ampliata non molto tempo prima in quanto risultava non ancora ben terminata. Infatti come afferma la relazione della Visita Lombardi del 1755 riprendendo la relazione della Visita Regazzoni la piccola chiesa “… non è ancora ben chiusa, non vi è stato portato un vaso marmoreo per l’acqua lustrale, né il pavimento è stato coperto, né vi è stata posta una finestra munita dei suoi battenti. Anche le pareti necessitano di finiture e bisogna inoltre provvedere alle suppellettili”. Un’altra attestazione della chiesetta é data da un disegno del Bocchello di Moscazzano relativo alla Roggia Comuna (1779) in cui è raffigurato molto chiaramente l’Oratorio della Beata Vergine dei Prati. Sulla medesima carta è disegnata molto bene anche la Beata Vergine del Fango, una chiesetta posta dall’altra parte del paese, verso Rovereto, che in seguito verrà demolita. La festa della Madonna dei Prati è legata al 16 luglio, giorno della ricorrenza della Madonna del Monte Carmelo. Infatti in un documento del 1659 si parla della devozione della Confraternita della Beatissima Vergine Maria del Carmine nell’Oratorio di Santa Maria dei Prati. Dalla visita del vescovo Lombardi effettuata il 9 e 10 ottobre 1755 apprendiamo che presso questo Oratorio è istituito, dal giorno 8 novembre 1743, per decreto della Curia, l’esercizio di pietà della Via Crucis “… per favorire la paziente devozione del popolo verso Cristo Signore”. Nel decreto della visita Lombardi si legge inoltre: “Contigua all’Oratorio c’è una casetta dove abita fra Carlo Antonio Liventa, milanese, eremita in abito carmelitano, il quale, ricevute per iscritto da questa Curia le facoltà ne gestisce la cura e lo serve ed è stato confermato in tale ufficio anche ora”. mDa ultimo, ricordiamo, come è scritto nella epigrafe marmorea esposta sul lato nord del Santuario che l’aspetto attuale, in termini architettonici e di dimensioni, è di fine ‘800, mentre la chiesetta aveva già subito un precedente ampliamento alla fine del ‘700. Inoltre, dal 1995 al 2000 la chiesa ha subito gli ultimi restauri nei quali sono state riportate alla luce antiche monofore, riparato il tetto, sistemato il campanile e ripristinata l’annessa abitazione del custode. Il giorno 26 settembre 2009 il Vescovo Oscar Cantoni ha dedicato il Santuario a “Maria Regina delle Famiglie” indicandolo come luogo deputato alla speciale preghiera per la famiglia.
Foto festa Santuario (clicca x ingrandire)
“ La nòstra Madona dai Prat “
Quand l'erba la cumincia a spuntà e le fòe a bütà,
la deet da Muscasà la fa ‘l sò pelegrinàc
a la Madona dai Prat.
'N tànt che fèm la stradèla ‘na persuna sota
us la dis la curuna, ìn grupèt che ‘ ciciàra
al dismèt prima d'ambücàa Il vialèt.
Là ‘n faciada che ‘l spunta ‘n da l'erba cumè
‘n fior, gh’è al nòst Santüare l'è 'n amor.
Dànanc al ga do sentinèle e con le simèle
òlte j'è sempre püsè bèle, le toca ‘l ciel e perfin
le stèle: gàarif capit che va parle da le do
piante da castègne.
Dèrvòm la porta da la cesina, ‘n aria sö l'altar
'n dal sò mant celestial gh’è la nòstra Madunina.
La ga ‘n bràs ‘l Bambì, so sücüra che quant
al ma èt gh’à bàt '1 curesi.
S’ànchinom ai sò pee, con töt ‘l cor ga disom ‘na preghierina e
‘mpesom ‘na candelina.
Notre da Muscasà sèm dai grànt fürtunac a
iga la Madona dai Prat.
A chei che ga crèt mia i vidom a ègn a pregala,
sèm sicür che quant i la èt i ve sempre a truala.
La tersa stamana da lögn, gh’à la dedichem
töta a le; ga fèm ‘na gran fèsta e ‘n vidom i
Cremasch e töt Muscasàa a ègn a pregà.
AUTRICE: Maria Assunta Bettinelli
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