Comune di Moscazzano


"I Mortini"

Piccolo tempietto che qui nel suo interno quale sacrario e suo memoriale, racconta e ricorda una terribile esperienza della popolazione di Moscazzano, esso tiene sepolti i resti mortali dei bambini deceduti.

Il territorio cremasco in particolare è ricco di testimonianze religiose rappresentate da una infinità di "santelle", sparse ovunque, alcune nascoste e poco visibili edificate lungo itinerari più o neno frequentati. L'archivio del Comunale di Moscazzano che avrebbe potuto fornirci le prime notizie, risulta perduto per tutta la parte anteriore all'Unità d'Italia, cioè mancano le carte anteriori al 1865. Il più antico documento archivistici (fino ad ora trovato) che fa riferimento all'esistenza della cappelletta è costituito dalle mappe catastali conservate presso l'Archivio di Stato di Cremona.
Nelle prime, risalenti al 1815, è indicata infatti la cappelletta situata il località Dossi, l'antichità della cappelletta è tuttavia leggibile nella costruzione stessa, nelle decorazioni che la abbelliscono cioè negli affreschi e nelle suppellettili in essa conservate. Alcuni di questi elementi permettono di far risalire la sua erezione al secolo XVII. Si può quindi credere alla tradizione la quale vuole che la cappella dei Murtì sia stata edificata sul luogo dove vennero sepolti i bambini morti durante un'epidemia (che cancellarono in pochi giorni l'esistenza di famiglie intere), in atto nel 1678, probabilmente circoscritta al solo borgo di Moscazzano e non pestilenziale perché non si hanno memorie scritte in tal senso riferibili a quel periodo (tutto ciò è stato aggravato dalle periodiche carestie, all'irrazionale sfruttamento dei terreni se non addirittura dall'impossibilità di raccogliere i frutti). Secondo quanto ci riferiscono invece le fonti orali, durante l'epidemia era stato allestito un lazzaretto alla Madonna di Prati e nottetempo i cadaveri dei trapassati venivano trasportati qui sui Dossi per essere sepolti in un avvallamento naturale del terreno. Negli anni venti (1920) durante certi scavi per il restauro della casa vicina alla cappella vennero rinvenuti molti piccoli resti umani a cui si provvide a dare sepoltura nel cimitero comunale.
Due sono gli spazi affrescati presenti nella cappella, delimitati da cornici presumibilmente in stucco, oggi indorato, di forma semilunata. La loro esecuzione a detta degli esperti risale al sec. XVII, sono di autori ignoti ma non del tutto privi di gusto ed esperienza.

Sono presenti anche due ex voto (Per Grazia Ricevuta).

La prima recante la sigla P.G.R. e la data 1760. La madonna appare ad una figura femminile inginocchiata ed ad altri astanti. Dipinto su tavoletta sagomata in legno, gravemente danneggiata dal tarlo e dal tempo.
La seconda, sempre Per Grazia Ricevuta, rappresentante due donne, una degente e l'altra inginocchiata accanto al letto che contemplano la visione di un Crocifisso e di un'anima avvolta dalle fiamme del purgatorio.

Ripulita e restaurata alla meglio nel 1970, nel 1975 fu rifatta la scala di accesso, operazione di un certo rilievo in quanto fu necessario reperire i mattoni antichi perfettamente simili agli originali, nel 1976 gli affreschi sono stati fissati per fermarne il degrado e leggermente integrate integrate ad acquarello le parti di colore mancanti, dai rinomati restauratori Ambrogio Geroldi e Aldo Spoldi, oggi a distanza di tempo sarebbero necessari altri interventi per migliorare lo stato di conservazione nel 1978 fu costruita la ringhiera di ferro battuto a fianco della scalinata, nel 1980 fu rifatta la finestra e il soffitto, mentre nel 1982 fu fatto l'altare di marmo, nel 1983 venne aggiunto alla originale struttura un portichetto che costituisce una protezione alla cappelletta vera e propria (è anche un riparo per coloro che vi si recano a pregare), nel rispetto delle caratteristiche stilistiche originarie, nel 1985 fu rifatta in cotto rosso la pavimentazione della superficie antistante, nel 1992 vennero messi i canali di gronda di rame e nel 1993 vennero installati sette faretti per l'illuminazione perpetua sulla scala e nella cappella.
Passo dopo passo quindi si è giunti all'assetto attuale e tutto questo grazie alla encomiabile generosità di tante e tante persone che hanno dato il loro contributo ed hanno dimostrato vivo attaccamento a questa iniziativa sostenendola.

Il testo è stato estratto dal libro "I MURTI' DA MUSCASA'" a cura di Ferruccio Caramatti.


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